Il recente Decreto Sport, presentato dal ministro Andrea Abodi introduce una modifica significativa per il mondo del calcio italiano: la durata massima dei contratti per gli atleti professionisti passerà da cinque a otto anni.
Questo cambiamento offrirà alle società calcistiche la possibilità di legare i propri giocatori per periodi più lunghi rispetto a quanto consentito finora, una soglia che era rimasta invariata per oltre quattro decenni.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge n. 96 del 30 giugno 2025, anche la FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) ha adeguato le proprie normative interne, riconoscendo ufficialmente la possibilità per club e calciatori professionisti di stipulare contratti di durata fino a otto stagioni. La modifica è stata recepita attraverso l’aggiornamento delle NOIF (Norme Organizzative Interne Federali).
Cosa prevedono le nuove disposizioni
Secondo il nuovo articolo 28, comma 2 delle NOIF, i contratti dei calciatori e delle calciatrici maggiorenni potranno durare fino a otto stagioni sportive, mentre per i minorenni resta il limite massimo di tre stagioni.
Il vincolo potrà avvenire con contratto diretto tra atleta e società, seguendo le modalità previste dagli accordi collettivi di categoria e dalla normativa nazionale.
Importante sottolineare che anche eventuali rinnovi automatici o condizionati rientrano nel conteggio complessivo della durata.
Anche i dilettanti coinvolti, ma con limiti
L’estensione contrattuale riguarda anche i non professionisti, come previsto dall’articolo 29, comma 3: in questi casi, il tetto massimo è fissato a cinque stagioni complessive per chi ha contratti di apprendistato o lavoro sportivo, ma si può arrivare a otto anni solo per contratti di lavoro subordinato (non apprendistato). Anche per i dilettanti minorenni, il limite resta di tre stagioni.
Effetti e limiti pratici: il parere di un esperto
Tra i vantaggi, la diminuzione dei costi di rinnovo contrattuale; tra i rischi, quello di accollarsi oneri economici a lungo termine per giocatori che potrebbero non rendere come previsto.
Nessuna modifica all’ammortamento contabile
Un punto fermo della riforma è che la nuova durata dei contratti non influirà sulla gestione contabile federale: il valore del cartellino di un calciatore continuerà ad essere ammortizzato su un massimo di cinque anni, in linea con le regole UEFA sul Fair Play Finanziario. Quindi, anche se un contratto dura otto stagioni, per la registrazione nei bilanci sportivi il costo sarà comunque distribuito su cinque.
🟢Riassumendo, proviamo a vedere insieme ed in maniera schematica cosa prevede questa nuova normativa:
Dal 30 giugno 2025, con il Decreto Legge n. 96, i club possono stipulare contratti fino a 8 stagioni con calciatori e calciatrici maggiorenni.
✅ Per i minorenni, il limite resta di 3 anni.
📄 La FIGC ha recepito ufficialmente la norma modificando le NOIF (Norme Organizzative Interne Federali).
👟 Professionisti e non professionisti: le differenze
Professionisti maggiorenni: massimo 8 stagioni
Professionisti minorenni: massimo 3 stagioni
Dilettanti/Apprendisti maggiorenni: massimo 5 stagioni
Dilettanti con contratto subordinato: anche fino a 8 stagioni
Dilettanti minorenni: massimo 3 stagioni
Attenzione: anche i rinnovi condizionati o automatici rientrano nel conteggio complessivo.
📊 Cosa cambia davvero per i club?
✅ Vantaggi:
Meno rinnovi, meno costi accessori (bonus, commissioni, trattative)
Più stabilità per trattenere i talenti
Maggior valore contrattuale da usare come garanzia in operazioni finanziarie
⚠️ Rischi:
Se il giocatore delude, il club rimane “bloccato” con costi interni alti
Serve selezione attenta (modello “Premier League”)
💰 Ammortamenti: nessuna variazione nei bilanci sportivi
🔒 Non cambia nulla a livello contabile per le regole federali e UEFA:
Il costo del cartellino continuerà a essere spalmato su massimo 5 anni
Resta valido il principio del Fair Play Finanziario
💼 Potrebbe cambiare solo nei bilanci civilistici, dove si potrebbe ammortizzare l’intero contratto (fino a 8 anni), con un impatto positivo sui conti — ma con possibili maggiori tasse da pagare.
📌 Conclusione
La riforma può rivelarsi uno strumento utile per fidelizzare i migliori talenti e stabilizzare le strategie finanziarie dei club, ma va maneggiata con cautela. I vantaggi esistono, ma anche i rischi non sono trascurabili.
Manuel
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