Il mercato estivo è praticamente paralizzato: a Formello non si può depositare neppure un contratto perché l’indice di liquidità è ben al di sotto della soglia minima dello 0,8 come abbiamo ampiamente spiegato sul nostro canale YouTube.
La società è quindi obbligata a cedere calciatori o immettere capitali freschi prima ancora di poter pensare a nuovi acquisti.
La Relazione finanziaria consolidata al 31 dicembre 2024 fotografa un risultato netto positivo di appena 0,6 mln € a fronte di un fatturato semestrale sceso a 77,1 mln € (-41,7 mln rispetto allo stesso periodo 2023, quando il club incassava dalla Champions League). Sul fronte patrimoniale pesa una posizione finanziaria netta negativa di 111,9 mln €, di cui 38,6 mln a breve termine.
In pratica, per ogni 100 € di debiti che scadono entro i prossimi 12 mesi, in cassa ce ne sono soltanto 30.
Perché i ricavi sono crollati?
Proviamo a darci delle spiegazioni ragionando per gradi:
Diritti TV: fuori dalla Champions, i diritti centralizzati garantiscono circa 15 mln € in meno, mentre i premi UEFA evaporano quasi del tutto.
Stadio: l’Olimpico registra incassi match-day sotto i 10 mln € nel semestre.
Sponsorizzazioni: da sempre la società fatica a trovare sponsor in grado di immettere liquidità, seppur poca.
Passando ad altro, il monte ingaggi lordo rimane sopra quota 110 mln € annui; nel semestre i costi per il personale valgono 48,7 mln €, pari al 63 % del valore della produzione. A ciò si aggiungono ammortamenti sui cartellini per 18,5 mln € e oneri finanziari netti (interessi su factoring, mutui e IVA rateizzata) per 1,7 mln €.
L’indice di liquidità, calcolato dalla FIGC come rapporto tra attivo corrente e passivo corrente epurato dalle anticipazioni su diritti TV, è il parametro che di fatto blocca il mercato.
Da inizio giugno il club ha avviato nel quartier generale di Villa San Sebastiano riunioni notturne per trovare la quadratura dei conti «in tempo per la dead-line del 1° luglio ma il compito sembra davvero arduo da portare in porto.
Per tornare in gioco servono importanti plusvalenze immediate o un aumento di capitale della controllante Lazio Events.
Davanti a questo scenario a dir poco preoccupante ci sono due strade da intraprendere: cominciare a cedere i propri giocatori di maggior valore (mi rifiuto di denominarli "big") oppure restare così mantenendo la competitività della squadra accettabile e cercando di vendere tutti i giocatori in eccesso.
Andando ad analizzare la prima ipotesi ecco chi potrebbe essere sacrificato per aiutare la Lazio:
Nicolò Rovella – arrivato a titolo definitivo dalla Juventus un anno fa: valutazione 50 mln €.
Luca Pellegrini e Mattia Zaccagni – entrambi vicino alla scadenza 2026.
Mateo Guendouzi: valutazione 35 mln €.
Mario Gila: valutazione 50 mln € (il 50% va al Real Madrid).
Nuno Tavares: valutazione 40 mln € (il 20% va all'Arsenal).
Tra gli esuberi menziono Fares, Cancellieri, Basic che insieme possono liberare 10 mln € di monte ingaggi e generare plusvalenze minori.
Nel prospetto finanziario spiccano 35,8 mln € di imposte differite e tributi rateizzati oltre i dodici mesi, frutto della rottamazione-quater varata dalle autorità fiscali a fine 2022. Le rate pendenti generano un esborso medio di 1,2 mln € al mese fino al 2027, riducendo la liquidità disponibile e pesando sul famigerato indice.
Il nuovo Codice di Giustizia Sportiva prevede da uno a due punti di penalizzazione per chi non rispetta i divieti di mercato o deposita contratti senza copertura finanziaria.
Lotito deve dunque muoversi!
COME PUO' RIMEDIARE LOTITO?
1. Ricapitalizzazione: immissione diretta di 20 mln € via Lazio Events; operazione complicata dalla svalutazione del titolo in Borsa (-38 % da gennaio).
2. Cessioni di asset: vendita del 20 % di Lazio Marketing & Communication, il braccio commerciale che gestisce sponsor e merchandising.
3. Factoring avanzato: cartolarizzazione della prima rata dei diritti TV 2025/26 (circa 28 mln €) con uno sconto del 7 %.
Nessuna delle tre soluzioni, da sola, basta a colmare il gap: serve un mix calibrato che porti liquidità immediata senza bruciare tutto il patrimonio tecnico ed è proprio questo secondo me l'argomento centrale delle tante riunioni in corso a Villa San Sebastiano.
E SARRI?
Il tecnico toscano sembra essere spiazzato da questa situazione che non gli era stata minimamente prospettata...
LE NOVITA? DEL FUTURO POTREBBERO AIUTARE LA LAZIO
Paradossalmente, la FIGC ha già deciso che dal 1° luglio 2026 l’indice di liquidità verrà sostituito da un indicatore “costi-ricavi” più simile al break-even UEFA.
Ciò significa che la Lazio è costretta a stringere i denti per sei mesi dopodiché il vincolo numerico cambierà: Lotito spera di arrivarci sfruttando ammortamenti in calo e un eventuale ritorno in Champions, che vale almeno 35 mln € garantiti.
La piazza e la reputazione finanziaria
Il malumore dei tifosi sale sempre più e nello specifico il sottoscritto teme ripercussioni ancora più gravi.
Sono onesto, preferisco tenerle per me perché l'ultima cosa che voglio fare è procurare ancor più preoccupazioni tra la mia gente.
La mia speranza è che le mie pessime sensazioni non trovino conferme così come accaduto, purtroppo, con questa situazione che si è venuta a scatenare in questa settimana...
QUALI SCENARI POSSIBILI?
-Blocco cessioni > aumento capital entro 15 luglio
-Sblocco mercato, 2-3 rinforzi low-cost.
-Cessioni giocatori di maggior valore.
-Plusvalenze importanti .
-Cartolarizzazione diritti TV entro 30 giugno.
Intorno a queste chiacchiere c'è ben poco da aggiungere se non che la Lazio deve cambiare
drasticamente modi di gestirsi cominciando a diversificare i ricavi perché dipendere da Champions o plusvalenze genera volatilità pericolosa.
Controllo dei costi: il monte ingaggi non deve superare il 60 % dei ricavi ordinari, soglia oltre la quale la leva finanziaria esplode.
Governance: proprietà familiari con accesso limitato ai capitali di rischio rischiano di rimanere prigioniere di vincoli FIGC sempre più severi.
IN CONCLUSIONE
La Lazio si trova davanti a un bivio: tagliare subito per sopravvivere o puntare su un’iniezione di capitale “una tantum” che preservi almeno in parte l’impianto tecnico voluto da Sarri. In ogni caso, la stagione 2025/26 partirà con un handicap organizzativo rispetto alle rivali che si sono già mosse sul mercato.
All’orizzonte, l’abolizione dell’indice di liquidità potrebbe essere una boccata d’ossigeno, ma solo se la società saprà raddrizzare la rotta nei prossimi mesi: senza un ritorno stabile in Champions o un forte partner commerciale, il rischio è di ritrovarsi un anno più tardi a discutere delle stesse, identiche emergenze.
Manuel
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